Essere autore e lettore dei propri testi

Essere lettore di testi scritti da noi stessi, è diverso da essere lettore di testi di cui autori sono altri. Ecco come interpretare i propri testi.

Tabella dei Contenuti

Cosa accade nella lettura a voce alta quando siamo sia autori che lettori a voce alta di un testo.

Lettore di testi scritti da noi

Quando scriviamo e leggiamo un testo “nostro”ci troviamo a padroneggiare sia il testo che la tecnica.

Come afferma Arianna Porcelli Safonov, artista, autrice e lettrice

”Oggi ci troviamo a dover leggere di fronte ad un pubblico che è sempre meno reattivo all ascolto e leggendo, c’è un po’ il grande rischio di non tenere viva l’attenzione. Questo che, apparentemente, potrebbe sembrare un punto critico, in realtà consente maggior concentrazione sul testo e, di conseguenza, maggior divertimento. E se mi diverto io, in genere, si diverte anche il pubblico.”

I consigli di Arianna Porcelli Safonov se si è autori e lettori dei proprio testi

  • Perché risulti piacevole e “leggero” occorre che il testo scritto sia sempre adeguato alla lettura a voce alta e cioè snellito, più informale, adatto ad esserle accompagnato da gestualità.
  • Ricorda che se sei tu lo scrittore del testo sai anche qual è l’effetto che vorresti suscitare nel tuo pubblico.
  • Prova a rileggere tu stesso il testo: lo trovi piacevole, fluido? In questo caso allora anche il tuo pubblico riuscirà a godersi la lettura.

Per capire quanto possa essere il legame fra testo scritto e testo “letto a voce alta”, pensa che molti scrittori eccelsi, fra i quali Dostoevski e Flaubert, erano soliti dettare i propri testi, in modo da poterne analizzare la musicalità.

Interpretare i testi scritti da noi

Siamo d’accordo: leggere un testo proprio è sicuramente molto coinvolgente a livello emotivo e nasconderlo non è facile.

Ma affinché il nostro pubblico riesca a comprenderlo nel migliori dei modi è sempre bene che la lettura sia in qualche modo “misurata”, non eccessivamente drammatica.

Questo significa mantenere una sorta di distacco da testo, che non significa certo frenare le proprie emozioni, mai avere controllo su tono, registro vocale e gestualità che non devono mai sfociare in un’interpretazione eccessiva o troppo colorita.

Cogliamo l’occasione per fare una distinzione importante: quella tra lettura narrativa e lettura teatrale, due diverse modalità, entrambe potenzialmente efficaci se in armonia col testo e con il contesto della lettura.
Nello specifico possiamo dire che la lettura narrativa naviga su un registro medio, senza picchi, mentre nella lettura teatrale, dove l’ascoltatore diventa “pubblico”, abbiamo ovviamente più versatilità.

La lettura narrativa ha quindi un ritmo regolare dato da pause e accentazioni delle parole.

L’ eccessiva caratterizzazione del personaggio, che può andare benissimo quando si legge ai bambini, in questo caso è da evitare, per lasciare spazio ad una lettura più pulita, che non significa monotona ma bensì chiara, comunicativa ed espressiva.

Insomma bando l’esibizionismo: ricordiamoci infatti che il lettore a voce alta è un mezzo attraverso il quale il testo viene veicolato.

Il nostro consiglio è comunque quello di provare a “giocare” con la lettura teatrale in modo da capirne le caratteristiche ed evitare di utilizzarla in contesti non appropriati.
Non ci resta che augurarti una buona lettura del tuo testo, a cui sicuramente adesso sarai in grado di dare maggiore valore attraverso la lettura a voce alta.

Approfondiamo questo argomento nel podcast “Interpretare se stessi”.