• Home
  • Academy
  • Podcast
  • Magazine
  • Libri
Menu
  • Home
  • Academy
  • Podcast
  • Magazine
  • Libri
  • Login
  • I miei contenuti

Il nostro metodo AD-AGIO

Tabella dei Contenuti

Ad-agio: i cinque punti del nostro metodo di lettura espressiva efficace

La strada da intraprendere per una buona lettura efficace è da percorrere ad-agio: ecco come migliorare partendo dalla conoscenza e modulazione della propria voce alla resa del testo.

Nel 2019 abbiamo tenuto alla Scuola Superiore IANUA dell’Università di Genova, che realizza percorsi di formazione per i migliori studenti di Ateneo dedicata alla comunicazione efficace, una lezione universitaria nell’ambito del macro modulo di comunicazione efficace, affrontando la tematica della lettura a voce alta. Per Mettiamoci la voce è stata l’occasione di battezzare dal vivo ufficialmente un metodo a cui abbiamo lavorato a lungo, teso a migliorare in maniera efficace. partendo da cinque punti, la lettura espressiva.

Il nostro metodo prende il nome di AD-AGIO. Nella nomenclatura c’è la perfetta sintesi degli obiettivi che un professionista che opera ogni giorno con la propria voce, dall’avvocato all’insegnante passando per l’attore, un donatore di voce o chiunque voglia migliorare la propria lettura e comunicazione, si pone per migliorare l’utilizzo consapevole della propria, al fine di restituire un testo nella maniera più piacevole possibile, ma anche ponendosi nella migliore condizione possibile nel momento della performance e della lettura.

Adagio o ad-agio?

Il nostro metodo può essere letto tenendo conto di queste due sfumature. Adagio, perché riteniamo che lo studio, la conoscenza, in particolar modo applicato all’ambito della comunicazione, un processo dinamico e in costante cambiamento, richiedano il giusto tempo. Chi desidera migliorare la propria comunicazione, deve immaginare questo percorso come una continua scoperta, viverla come un costante spunto di crescita senza la fretta di dover arrivare ad una meta prestabilita in poco tempo, anche perché scoprirete che le mete saranno tante e sempre diverse. Si tratta di un approccio che coinvolge sia chi parte da zero e chi parte da conoscenze di base: prestiamo quindi attenzione, dedicando il giusto tempo, a ciò che abbiamo bisogno di apprendere per la prima volta così come a quello che già conosciamo ma che può essere migliorato.

Ad-agio invece si riferisce alla condizione di sentirsi ad agio nell’utilizzo della propria voce ma soprattutto nella sua scoperta e nell’apprendimento di strumenti e tecniche che con il giusto allenamento ed esercizio, senza fretta, ci permetteranno di migliorare. La sensazione che si prefigge di trasmettere il nostro metodo è quella di una felice scoperta continua, una sperimentazione e una conquista, per studiare e utilizzare quindi la voce, restituire una lettura nella migliore condizione possibile al pubblico ma anche a se stessi. Questo non vuole dire rintanarsi in una comfort zone ma anzi, vivere la sfida, la scoperta del limite, come una situazione di agio da affrontare con serenità.

Il metodo Ad-agio è composto da cinque punti, perché esattamente come le cinque dita di una mano si possa comodamente mettere e portare in tasca, applicandolo ad ogni occasione di comunicazione.

Il Metodo Ad-agio in cinque dita: 

1 – Pollice, conosci la tua voce

Il primo punto non può che partire dalla conoscenza della propria voce, un percorso di conoscenza da intraprendere spogliandosi di ogni pregiudizio: dimentichiamo espressioni come la mia voce è brutta, perché non esistono voci brutte, ma solo voci educate e usate con consapevolezza in tutte le loro potenziali sfumature e possibilità espressive. Impariamo quindi ad educare, curare e quindi amare la voce, approfondendo la respirazione, la corretta emissione e la modulazione di parametri come il volume, ad esempio. Il percorso da intraprendere nella conoscenza della propria voce è strettamente legato anche ad un approccio curioso: così come per provare nuovi sapori e apprezzarli abbiamo bisogno di avvicinarci con il desiderio di scoprire qualcosa di nuovo, allo stesso modo iniziamo ad ascoltarci, interrogarci con curiosità sulla nostra voce accogliendola, sperimentandola e magari anche scoprendola anche per la prima volta.

2 – Indice, Analizza testo e contesto

Un testo da leggere a voce alta o un testo da riportare a braccio ma partendo da un testo scritto da interpretare con naturalezza, ha bisogno di essere analizzato e studiato, in base al pubblico, alla tipologia di testo e anche in base al luogo in cui avverrà la nostra performance.

Abbiamo bisogno quindi di entrare in confidenza con il testo per restituirlo al meglio: l’analisi del testo si lega quindi all’approfondimento della sintassi, della parole e al loro significato, per rintracciare un’armonia linguistica nel discorso o nella lettura che terremo. Tocca a noi scegliere il grado di approfondimento nell’affrontare il testo: comprenderne la tipologia, studiare il significato di ogni parola, lavorare sulla forma per rendere un accento, una pausa, scegliere quali frasi o parole enfatizzare, o quando semplicemente fermarci ad uno screening generale. Si tratta di una scelta che si lega strettamente al fine della nostra lettura.

Ecco perché il contesto può assumere un’importanza significativa, perché ci aiuta nella restituzione della nostra lettura. Per contesto ci riferiamo anche ad altri fattori, ovvero lo spazio in cui avverrà la performance, il tempo a disposizione, se sarà nell’ambito di un evento live o registrato. Farà differenza se si tratterà di una lettura privata o avverrà nell’ambito di un evento, occasione per la quale potrebbe essere molto utile conoscere preventivamente l’ambiente e le persone con cui ci relazioneremo. Non dimentichiamo che la voce è sempre un fenomeno relazionale.

3 – Medio, Cura articolazione e dizione

Perché una lettura o un discorso siano ascoltati e restituiti con agio, la chiarezza è alla base di una buona performance comunicativa: sforziamoci quindi di lavorare sui nostri limiti e difetti di pronuncia, per articolare in maniera chiara e distinta ciò che andremo a leggere, dando peso a tutte le lettere che compongono una parola. Sembrerà scontato, ma la nostra abitudine ad esprimerci rapidamente ci fa spesso incappare nell’errore di mangiare le parole, pensando che chi è dall’altra parte in qualche modo riuscirà ugualmente a comprenderci. Ma come abbiamo sottolineato diverse volte, e mai ci stancheremo di ribadirlo, comunicare è una relazione: un rapporto di scambio nel quale chi ascolta ci dedica del tempo e va messo a proprio agio nel farlo, sia che siamo professionisti e abbiamo davanti un pubblico che ha pagato un biglietto, o semplicemente se abbiamo a cuore chi ascolta e teniamo ad una relazione di qualità.

L’articolazione e la dizione sono senza dubbio due aspetti legati fortemente ad una questione tecnica: con il giusto tempo da dedicare allo studio e all’esercizio della corretta pronuncia delle parole, vedremo che i nostri vezzi, la cadenza regionale, si correggeranno, e pronunciarle i maniera corretta diventerà un’abitudine. Lo studio delle regole non deve spaventare: ricordate sempre che tutto ciò avviene adagio, per l’appunto. Una volta infatti appreso qualcosa di nuovo e che faremo nostro con il tempo, vedrete che dimenticarlo e tornare indietro, allo stato di non conoscenza, sarà praticamente impossibile.

Nel caso della dizione, il nostro consiglio è appunto andare per gradi: partire dalle parole di uso comune che si sbagliano in modo vistoso per poi man mano andare nel dettaglio, sarà la strada più agevole.

4 – Anulare, ritmo e velocità

Le parole sono composte di una loro musicalità: come ricordiamo sempre possiamo non essere musicisti, ma musicali lo siamo tutti!

A tutti infatti sarà capitato di ascoltare persone che parlassero in maniera troppo veloce o troppo lenta, e sappiamo bene quanto la velocità essendo un parametro spesso strettamente legato ad un propria e relativa percezione, sia davvero difficile da gestire. In questo caso infatti bisogna lavorare sull’ascolto e sulla disciplina delle nostre abitudini, attraverso un lavoro su sè stessi e ricordando che curare la velocità del nostro eloquio è mettere a proprio agio l’altro, senza rischiare che non ci ascolti o si annoi. Spesso infatti si crede che chi parli veloce sia più sicuro di quel che dice ma in realtà è solo un’ostentazione di sicurezza: chi è infatti autorevole e davvero padrone di un discorso, lo espone con il giusto ritmo.

Ecco perché è importante prestare attenzione anche al corretto uso delle pause: si può infatti articolare in maniera corretta e conoscere la dizione, ma se le pause in maniera inadeguata e con difficoltà, il rischio è quello di non riuscire a catturare l’attenzione e a preservarla per l’intera lettura o discorso.

Articolazione, dizione, pausa e velocità sono parametri strettamente legati, esattamente come le cinque dita che rappresentano il nostro metodo: per ottenere una lettura armonica abbiamo bisogno di curarle tutte, senza tralasciarne nessuna, e non perdere l’attenzione di chi ci sta ascoltando.

5 – Mignolo, Varia volumi e toni

In realtà già nel nostro parlare quotidiano siamo abituati a variare toni e volumi nell’ambito di un discorso: ad ogni parola infatti diamo un suono diverso, ma chiaramente nella lettura di un testo o di un discorso da interpretare, dovremo tenere conto della gestione di queste dinamiche ricollegandoci alla tipologia di testo e al contesto. Il cambiamento dei toni è l’effetto melodico del nostro parlare e leggere, legato all’altezza dei suoni che richiamano dei registri, acuto o grave, ma anche altre minime variazioni, legate al suono della parola che in una frase ha altezze differenti.

L’ideale quindi è quello di approfondire teoricamente gli argomenti e le dinamiche, ma lasciare che la resa finale fluisca naturalmente, perché si lega fortemente anche all’essenza del testo e allo stato d’animo con cui verrà letto e interpretato. La voce è infatti trasmissione di qualcosa che parte da dentro, e al servizio di un testo dobbiamo sempre interrogarci su chi sta parlando, sul perché e su cosa deve suscitare, per poter individuare i toni e volumi corretti, da scegliere e sperimentare in relazione al testo per l’appunto. Una costruzione interpretativa dovrà sempre tenere conto del nostro modo di esprimerci, ma con coerenza in base a ciò che leggeremo: per questo fare un’analisi del testo si rivela un passaggio chiave.

Conoscere la voce, analizzare testo e contesto, curare articolazione e dizione, gestire ritmo e velocità, variare tono e volume, sono cinque punti che convivono, appresi, approfonditi e sperimentati nel giusto tempo, in piena armonia fra loro. L’esercizio costante, un ascolto e riascolto del proprio lavoro e una tensione costante e curiosa all’apprendimento sono gli ingredienti fondamentali per conoscere, studiare, apprendere, ma soprattutto giocare e divertirsi con la lettura a voce alta… mettendoci la voce!

Ulteriori approfondimenti e consigli puoi trovarli ascoltando i nostri podcast!

Per saperne di più su questo tema iscriviti a Mettiamoci la Voce Academy e guarda il contenuto che abbiamo realizzato per te.
L’iscrizione è mensile e senza alcun vincolo. All’interno della nostra Academy trovi più di 30 ore di contenuti formativi sui temi della voce e della comunicazione.

I nostri canali social

Facebook Youtube Telegram

Mettiti in contatto con noi

Clicca qui

Non vuoi perderti i prossimi episodi del podcast, le dirette sui social o i nuovi contenuti formativi caricati in Academy?

Lasciaci il tuo indirizzo email (ne faremo buon uso e non ti invieremo spam)

Podcast

  • Apple Podcast
  • Spotify
  • Spreaker
  • Google Podcast
  • Feed Rss

Libri

  • Manuale pratico di lettura espressiva
  • 4 Racconti per le feste
  • Lanterna Stories

Academy

  • Lettura espressiva
  • Public Speaking
  • Software
  • Interviste
  • Dizione

Chi Siamo

  • Maria Grazia Tirasso
  • Sandro Ghini
  • Francesco Nardi
  • Ospiti

Mettiamoci la voce® è un marchio di Sandro Ghini - P.I. - C.F. 02783640994

Privacy Policy
Cookie Policy