206 – Cosa abbiamo imparato sulla voce grazie al podcast

Dopo la puntata 200, è la prima in cui siamo da soli.

Ormai sono più di 4 anni e mezzo che portiamo avanti questo progetto di Leggere a Voce Alta, e del podcast Mettiamoci La Voce.

Abbiamo avuto tantissimi ospiti interessanti e questo ha fatto sorgere una domanda:

In questo arco temporale, che cosa Maria Grazia, Francesco e Sandro hanno scoperto o imparato sulla voce?

02:07

SANDRO

Io arrivo da tutt’altro settore, ho scoperto la voce grazie a voi e a questo progetto. Per me è stata una scoperta enorme perché ho sempre messo gli occhi, la mano, le orecchie, ma la voce mai. 

Mi piacerebbe sapere soprattutto da voi, che siete professionisti in questo ambito da lungo tempo (e poi me lo chiedo anch’io, chiaramente), che cosa abbiamo imparato in questi 4 anni e mezzo sulla voce. C’è sempre da imparare, a maggior ragione in una materia così tanto connaturata all’essere umano, non all’essere umano inteso come entità biologica, ma all’essere… umano.

02:53 

MARIA GRAZIA

Pur sapendo che il concetto di voce abbraccia tanti ambiti e può essere affrontato da molti punti di vista, quello che a me è servito maggiormente sono state le testimonianze e gli ospiti: mi hanno dato l’occasione e lo sprone per andare ad approfondire aspetti che conoscevo in parte o superficialmente e nuove prospettive su come poter affrontare un determinato argomento. 

05:51 

FRANCESCO 

La mia prima considerazione è sulla potenzialità e sull’attualità della relazione nell’ambito della voce. Questo percorso di 4 anni e mezzo mi ha confermato ancora di più l’importanza della relazione e di come la voce cresca con la voce. La persona, tramite la propria e unica voce, si mette in comunicazione, mette in comune, genera un’azione comune, e riceve contestualmente dei feedback dal punto di vista quantitativo e, se si fa un certo percorso, anche dal punto di vista qualitativo. Questo porta a crescere, indipendentemente dal fine.

08:19 

MARIA GRAZIA 

Questo percorso ci ha cambiati anche come docenti, non solo perché approfondendo certi argomenti si hanno più nozioni da trasferire, ma perché questo tipo di esperienza di apprendimento, di conoscenza e di autoconoscenza ci ha arricchito di una maggiore sensibilità.

09:45 

FRANCESCO 

Integro con un piccolo motto che viene dalla pedagogia: “il miglior modo di imparare è quello di insegnare”. Sono gli insegnanti per primi a essere portati all’apprendimento, in quanto il loro lavoro li costringe ad approfondire. Se si dà veramente importanza alla relazione, in questo caso didattica, si è chiamati, vocati a scoprire se stessi e a chiarirsi le idee, in modo che quelle idee possano essere trasmesse alle persone a cui ci si rivolge.

11:24 

SANDRO

Scoprire la voce mi ha aperto un mondo e mi ha cambiato molte prospettive anche professionali.

Devo molto a questo percorso.

La cosa che ho scoperto e che mi ha veramente sorpreso è stato il capire o comunque il percepire che in realtà la voce non è una hard skill, è una soft skill, cioè non è una competenza professionale in sé, ma è una competenza personale. 

12:30

SANDRO

La voce non è (monopolio) dei professionisti della voce. C’è un mondo rappresentato dai professionisti della voce che ha una sua identità e una sua valenza, come il mondo radiofonico, il mondo del doppiaggio, il mondo attoriale, il mondo pubblicitario, lo speakeraggio. Sono tutte professioni in cui la voce è un mezzo, è funzionale a qualcosa, va in direzione dell’obiettivo. È quello che tutti consideriamo e di partenza immaginiamo quando si parla di voce e professione nella stessa frase.

In realtà non è così perché ci sono tantissime professionalità e tantissimi ambiti dove la voce è fondamentale, ma dove il professionista non è un professionista della voce, è un professionista dell’essere e usa la voce per trasmettere qualcosa. 

14:16 

SANDRO

La cosa che mi ha stupito di più è che in realtà la voce è un pilastro fondamentale di tantissime professioni, anche se non viene riconosciuto.

Per gli psicologi la voce è fondamentale, per gli insegnanti è fondamentale perché attraverso la voce passa la trasmissione di concetti, passa la relazione con gli altri, passano tantissime informazioni: la voce veicola noi, non veicola qualcosa al di fuori di noi.

Questa è la scoperta principale che continua a stimolarmi e a farmi dire che siamo appena all’inizio e che ci sono altre mille cose che vorrei fare: la scoperta che la voce è paradossalmente più importante per chi non la usi come mezzo per conto terzi ma la usi per trasmettere se stesso.

16:39 

FRANCESCO 

Troviamo sempre costantemente dei contenuti che possiamo condividere con gli altri, sulla voce, con la voce, e questo è meraviglioso, è una delle varie scoperte.

16:55

SANDRO

Il passaggio principale, il momento di transizione, è stato proprio rendersi conto che stavamo parlando di voce, di relazione, non di professione.

18:29 

SANDRO

Da lì il salto a comprendere che la voce è relazione, è ascolto, è trasmissione che poi necessità di consapevolezza, di tecniche, di aiuto. 

18:57 

MARIA GRAZIA 

Allargherei la consapevolezza a tutte quelle attività in cui la voce non è il fulcro, ma il mezzo attraverso il quale si agisce.

20:06 

MARIA GRAZIA 

Una delle cose che abbiamo scoperto è quanto la voce possa servire da controllo anche per chi scrive in vari ambiti. I destinatari aprono il libro o aprono l’ebook e usano gli occhi, però tu che scrivi hai una carta in più da giocare – la voce – e così per tante altre professioni.

21:05 

SANDRO

Gli stimoli letti vengono tradotti in suono anche se muto, si chiama suono muto perché lo sentiamo ma non realmente. Quando leggiamo, il nostro cervello traduce le parole in suono e quindi meglio “suona” una frase scritta, meglio viene interpretata e meglio arriva.

21:44 

SANDRO

Definirei la voce come una piattaforma di relazione, perché è veramente un terreno comune su cui costruire qualcosa: io parlo a te, tu ascolti ma mi rispondi attraverso lo stesso campo, per cui utilizziamo lo stesso terreno, lo scambio attraverso la voce.

24:37 

MARIA GRAZIA

Occuparsi della propria voce non significa costruire una comunicazione artefatta o rischiare di essere meno autentici. Questo è un muro che bisogna abbattere perché molte persone pensano dopo di risultare finte, ma dipende da come si usa la voce.

25:45 

MARIA GRAZIA

La consapevolezza del mezzo non ha mai il rischio della finzione a meno che non si superi il limite, che è dato dal buon senso e dalla nostra sensibilità. Emerge anche una voglia di autenticità nel porsi attraverso la voce.

26:23 

SANDRO

La cosa divertente è che ogni tanto siamo troppo centrati su noi stessi e poco centrati sulle persone che abbiamo davanti, per cui il fattore più importante è come arriviamo dall’altra parte, non come ci sentiamo noi. Il contesto fa quasi tutto e l’interlocutore che abbiamo dall’altra parte altrettanto. 

27:42 

SANDRO

Non c’è un solo modo di parlare che va bene sempre. Ci saranno alcune occasioni in cui userai un certo tipo di registro vocale e anche lessicale, ci saranno altri contesti in cui magari ne userai un altro.

28:18 

SANDRO

La nostra voce è una, ma noi possiamo essere tante voci a seconda di quello che serve o ci serve in quel momento.

28:47 

MARIA GRAZIA

Se torniamo a parlare di relazione, il contesto è determinante

29:29 

FRANCESCO

Avere la consapevolezza di quello che stai comunicando muove alla disposizione all’ascolto, perché se tu non ti curi di come ascolta la persona a cui ti rivolgi, non c’è reciprocità.

30:00 

SANDRO

Tutto questo processo sposta il centro da noi agli altri, toglie attenzione al nostro ego per portarla alla o alle persone che abbiamo dall’altra parte e che ricevono le vibrazioni dell’aria che noi emettiamo.

30:38

MARIA GRAZIA

Molte persone che si occupano di voce da un punto di vista professionale, spesso, sono centrati su se stessi, che non vuol dire necessariamente egocentrici, ma attenti più a come dicono rispetto a come arrivano.

32:37 

MARIA GRAZIA

In un dialogo, l’ansia (nel rispondere) a volte è poca attenzione alla relazione.

33:05

FRANCESCO

In relazione alla ricerca dell’efficacia, che può risultare tipica, e anche auspicabile, in determinate professioni, una scoperta di questi 4 anni è la generosità delle persone, che scoprono di voler fare un percorso sulla voce senza il fine di diventare attori o doppiatori o di farne una professione, ma semplicemente per scoprire la propria voce. La maggior parte di queste persone ha una generosità incredibile nel mettere a disposizione la propria voce per gli altri: è un percorso su se stessi che poi si riverbera sugli altri.

34:56 

SANDRO

La sintesi del nostro percorso di questi anni è la scoperta che una volta compreso che la voce è la tua, che è un qualcosa attraverso cui ti relazioni con le persone, tu la puoi usare per relazionarti con le persone. Una volta che scopri che hai questo mezzo fantastico per relazionarti, lo vuoi usare per relazionarti agli altri, non puoi più tornare indietro. 

Una volta che hai imparato qualcosa, non puoi più far finta di non saperla; puoi ignorarla, ma non puoi tornare a com’eri prima. Imparare qualcosa ti cambia, scoprire qualcosa ti cambia, e scoprire di avere una voce, quindi non subirla ma conoscerla, scoprirla e usarla per relazionarsi agli altri, diventa un meccanismo che genera ancora di più la voglia di relazionarsi con gli altri.

36:03

MARIA GRAZIA

Anche scoprirne ulteriori potenzialità. Quante volte abbiamo visto persone che partono dal parlato e arrivano al canto magari per piacere non per chissà quali ambizioni artistiche? Lo studio del canto per scoprire altre potenzialità della voce.

36:27 

SANDRO

In un ipotetico viaggio nel mondo della voce, siamo partiti pensando che tutto il nostro mondo finisse all’interno del nostro circondario, del nostro villaggio, per poi scoprire che c’erano altri continenti, altri mondi, quindi da un piccolo paesino a un universo. Esploriamolo!

Si dice che un lungo viaggio parta da un primo passo e noi ne abbiamo fatti 205 e ora andiamo avanti a esplorare.

Grazie, buona voce a tutti!