54 – Rilettura e scrittura a voce alta con Alessio Beltrami

Leggere ad alta voce un testo significa comunicare un messaggio.

Qual è il rapporto tra forma e contenuto nella comunicazione aziendale e più in generale nella comunicazione? 

L’efficacia e la fluidità di un testo scritto, da leggere o interpretare in pubblico, è strettamente collegato al tempo che dedicheremo alla sua rilettura ad alta voce. Con Alessio Beltrami scopriamo perché rileggere il proprio scritto è così importante.

Mi ci vogliono due o tre giorni per imparare bene un discorso improvvisato” [Mark Twain]

Scrivere bene per essere compresi

Quando scriviamo un testo il nostro desiderio è che quanto abbiamo scritto arrivi in maniera chiara, fluida e piacevole al destinatario: abbiamo bisogno quindi che contenuto e forma coincidano perfettamente senza alcuna approssimazione.

Un obiettivo che è frutto di un’attenta ricerca delle parole e della forma giusta, legate senz’altro al contesto, al destinatario e alla tipologia di testo che andremo a produrre. Tante quindi sono le variabili di cui tenere conto e che nel flusso della nostra scrittura, desiderosi di mettere tutto e subito su carta, potrebbero disperdersi. 

Rileggere per scrivere bene

La fretta, le scadenze e i tempi stretti richiesti dai tempi di lavoro potrebbero indurci a battere rapidamente alla tastiera quanto abbiamo elaborato mentalmente, e inviare. Ma è proprio lì che da scrittori e comunicatori professionisti dobbiamo fermarci e…rileggere.

La rilettura di un testo è un aspetto fondamentale, che può – e non scherziamo – salvare l’efficacia di un testo a cui avete dedicato molto tempo, ma che senza una revisione rischierebbe di risultare incomprensibile a chi lo leggerà o ascolterà.

E se la vostra giustificazione a saltare questo fondamentale passaggio prima di premere il tasto invio, è che vi affiderete all’improvvisazione, sappiate proprio le improvvisazioni richiedono invece un attento percorso di studio, ricerca, revisione…e solo dopo trasmissione ed interpretazione!

Dal Metodo Riscrivi al metodo rileggi

Alessio Beltrami ci spiega perché rileggere è importante, ma ad alta voce

Alessio Beltrami

Alessio Beltrami, consulente di comunicazione considerato uno dei massimi esperti italiani di Content Marketing aiuta quotidianamente aziende e professionisti a migliorare la loro comunicazione nel business.

Alessio Beltrami, ideatore del metodo “riscrivi”, ci racconta  il suo rapporto con la lettura voce alta e ci offre preziosi spunti sulla scrittura e rilettura di un testo.

Quando leggiamo un testo a voce alta stiamo comunicando, ovvero stiamo “rendendo comune” il nostro messaggio. Alcuni aspetti della lettura a voce alta si applicano quindi  più in generale modo in cui comunichiamo.

Le aziende sono le prime a sottovalutare l’importanza della comunicazione, e di come possa segnare il successo o il fallimento di un prodotto:

L’azienda media italiana non è abituata a comunicare, né in forma verbale né scritta. Si sottovaluta il potere della comunicazione, come se fosse un’attività superflua. Sono numerose le aziende che hanno prodotti eccellenti ma non riescono a comunicarlo: prima della crisi nessuno sentiva tale necessità, ma in seguito le aziende si sono viste sopraffare dai loro competitors, spesso proprio perché incapaci di comunicare correttamente i valori di quel prodotto.

Scrivere bene per la brand identity

Una buona comunicazione inizia da un buon testo scritto, privo di castronerie: non intendiamo errori grammaticali o refusi, che possono saltare immediatamente all’occhio ed essere corretti, ma ci riferiamo per lo più alla sintassi, al senso logico di ciò che abbiamo scritto e che sarà letto a sua volta da qualcun altro.

Per comprendere se quanto abbiamo scritto è fluido e chiaro abbiamo bisogno di rileggerlo.

Il Metodo Riscrivi, ideato da Alessio Beltrami, volto per l’appunto a migliorare un testo, si basa proprio per il 50% sulla rilettura, ma ad alta voce:

Rileggere a voce alta è fondamentale, perché si da espressività a ciò che si sta scrivendo. Leggendo mentalmente si scorre rapidamente e correremmo il rischio che qualcosa sfugga, ad alta voce invece possiamo assicurarci che il testo sia fluido, comprensibile, e se nella lettura ci accorgiamo di diversi intoppi e passaggi poco chiari a noi per primi, sarà chiaro che qualcosa va rivisto. Se noi per primi che abbiamo affrontato l’argomento e lo conosciamo, non comprendiamo quanto abbiamo scritto, vuol dire che qualcosa non va.

Impariamo dagli scrittori: l’importanza di rileggere

L’arte di scrivere è un mestiere, e anche la rilettura è parte integrante del processo di scrittura: esattamente come accade nello sport, la performance di un’atleta davanti al suo pubblico è solo l’atto finale di un processo iniziato prima, l’allenamento, e che continuerà anche dopo, la costanza e la capacità di migliorarsi e tenersi in forma.

Per imparare a leggere e riscrivere un testo quindi è fondamentale anche leggere come i grandi scrittori – ad esempio Kafka, Flaubert, Dostojevskij, soliti rileggere a voce alta – riuscivano a rendere chiari i loro romanzi, spesso caratterizzati da periodi sintattici lunghi scorrevoli che ci conducono ancora oggi fino alla fine dei loro capolavori. Anche predicatori, come Martin Luther King, Papa Francesco, per rendere chiari ed efficaci i loro testi, sono sempre passati per il passaggio della rilettura ad alta voce, come passaggio integrante del processo di una scrittura volta poi alla lettura orale.

Leggere e quindi rileggere a voce alta non appartiene ad occasioni settoriali come gruppi di lettura o alla letteratura, ma è una fase legata al processo di scrittura, ai fini di una perfetta armonia tra la forma e il contenuto di quanto si è scritto.

Comunicare è difficile, richiede un atto di responsabilità

Spiega Beltrami:

Alcuni studi di settore infatti dimostrano che le forme verbali utilizzate nei discorsi dei politici più disonesti sono passive, mirate a quindi a nascondere. Non c’è forma attiva perché appunto diventa omissione di responsabilità, rifiuto di esporsi. Ma anche questo appartiene alla funzione della comunicazione, prendere una posizione che può essere condivisa o meno.

Altro consiglio è sicuramente quello di comprendere e chiarificare quanto vogliamo esprimere, spiega ancora Beltrami. 

Pulizia di pensiero, idee chiare, semplicità. Chi non si esprime in modo chiaro è perché è confuso. La semplicità arriva dalla pulizia di pensiero, che arriva dal coraggio di sapere cosa si vuole fare nella vita.

Obiettivi chiari e incisività

Non riesci a mettere per iscritto un concetto? Ricorda che una comunicazione semplice è frutto di una chiarezza di idee e di obiettivi, quindi, nel caso, prenditi del tempo per schiarirti le idee 🙂 

Un altro consiglio: per colpire nel segno, fai in modo che ciò che leggi in pubblico sia PRECISAMENTE quello che avevi preparato, non qualcosa che si avvicina anche con buona approssimazione. In questo modo avrai ben fissati nella mente i punti chiave del tuo contenuto, che è già un ottimo punto di partenza per trasmetterlo con chiarezza ed incisività a chi ti ascolta.

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